1976 - 2016, 40 anni dopo il terremoto del Friuli

Fermi e forti i ricordi dei radianti triestini...
Award rilasciato dal ARRL a IV3TRK Silvio, maggio 1977
i3TRK Silvio, oggi IV3TRK aprile 2016 maggio ‘76 - Ricordi - Dopo 40 anni… ho dovuto verificato le mie date... in effetti ero imbarcato a maggio 1976. Poi sono rientrato e successivamente reimbarcato nuovamente. Nel periodo intermedio ho fatto l'attività radio per i soccorsi, poi riportata da Radio Rivista, come indicato nel certificato rilasciato dall’ARRL nel 1977. Clicca sull’immagine qui a fianco per ingrandire.
i3LNQ Luigi, oggi IV3LNQ aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - 40 anni sono passati da quel 6 maggio 1976 che nel Friuli alle 21.00 una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 colpiva una vasta zona del Friuli centrale, l’ ”orcolat” si era svegliato. A Trieste la scossa si è sentita molto forte e metà della popolazione è scesa in strada. Dopo aver accompagnato mia moglie e mia figlia in strada in luogo aperto sono rientrato e ho acceso le apparecchiature radio mettendomi in ascolto sulle varie frequenze per capire dove fosse l’epicentro. Mi fermo sull’R6 dove ascolto Om che fanno l’appello per avere notizie, dopo un paio di minuti capisco che il terremoto ha colpito le zone di Buia, Majano, Colloredo, Gemona, Venzone…. Sento voci rotte dal pianto di i3CQX, i3SQJ, i3AOS e altri che descrivono cosa succede per strada, nel proprio paese, nella propria casa. Nei primi momenti c’è confusione in radio, tutti chiamano, tutti vogliono sapere, tutti vogliono dare una mano, poi pian piano la maglia si compone viene presa da i3BLQ che comincia a fissare le priorità. Nel frattempo le notizie si estendono, Osoppo, Tricesimo, condomini crollati, la caserma Goi di Gemona, la caserma Cantore di Tolmezzo, l'ospedale di Tolmezzo è lesionato, è inagibile il sesto piano. Tra San Daniele del Friuli e Maiano sono crollati un centinaio di edifici, tra questi, tre condomini di sette e otto piani. A Rivoli, una frazione di Osoppo, degli operai che stavano lavorando nel turno serale alla fonderia, sono rimasti sotto le macerie. Da Moggio Udinese notizie frammentarie. Centinaia di case distrutte. Dopo alcuni giorni durante i quali molti radioamatori si recavano allo sbaraglio in zona terremotata, all’epoca non esisteva la protezione civile, e la mancanza di coordinamento si faceva sentire. La sezione A.R.I. di Trieste veniva contattata da i3AGV ing. Belluzzi del circostel di Trieste se l’ARI Trieste poteva attivare una rete radio di emergenza per coadiuvare un servizio telegrafico. Veniva così installata presso la stazione costiera (IQX) a Conconello (TS) una stazione HF in onde corte e una vhf per traffico locale. Veniva stabilito un contatto con un radioamatore a Moggio Udinese i3HPH di Verona il quale essendo in zona comunicava che tutto il circondario era isolato dalle comunicazioni. Il giorno 11 maggio venivamo contattati io e Salvatore DYS se potevamo dare il cambio a i3HPH, dopo aver preparato le nostre cose siamo partiti, arrivati a Udine ci hanno fermato perché potevano transitare solo i mezzi di soccorso e di rifornimento. Dopo aver spiegato alle forze dell’ordine che eravamo radioamatori e che dovevamo dare il cambio a un nostro collega a Moggio ci hanno autorizzato a passare. Piccola nota, nel frattempo si è unito a noi un noto giornalista RAI, che non veniva lasciato transitare in zona vista la precaria situazione stradale, lo abbiamo portato con noi fino a Moggio, ma questa è un’altra storia. Arrivati a Moggio con un po’ di peripezie raggiungiamo il campo di calcio dove era stata installata la tendopoli, raggiungendo la tenda dove troviamo Angelo i3HPH con il quale dopo i primi convenevoli ci ha spiegato come avveniva il traffico radio e le procedure di trasmissione. In pratica dovevamo inoltrare “messaggi-telegrammi” ai nostri colleghi radioamatori a Trieste che a sua volta li passavano agli impiegati postali, e da questi inoltrati via servizio telex ai destinatari sparsi in tutto il mondo. Dopo aver salutato Angelo ci siamo sistemati nella tenda che a questo punto faceva da ufficio postale. All’interno c’erano tanti pacchi di riviste, che non so come e cosa ci facessero li, le abbiamo sistemate in modo da poterle usare come giaciglio, isolandoci dal terreno e dalla pioggia, per riposarsi nell’avvicendamento dei turni alla radio. Nel frattempo ci ha raggiunto Ervino i3GOW e così eravamo al completo. Installata la radio uno yaesu ft- 250, antenna un dipolo 40-80 installato tra i 2 pali di
illuminazione del campo e energia elettrica fornita da un generatore dell’esercito che serviva tutta la tendopoli. Presso la stazione costiera erano operativi i soci ARI Trieste i3PKZ-i3AQU-iW3QA-i3STN-i3WTG-i3UBD-i3TCQ e altri che non ricordo. All’epoca avevamo tutti nel triveneto il prefisso i3. Inizia così la nostra attività, una fila fuori dalla tenda, tutte persone anziane, i pochi giovani rimasti sono in paese a dare una mano in mezzo alle macerie, gli altri invece sono sparsi per il mondo, emigrati anni fa a cercare una condizione migliore. Vedere mani tremanti che ti porgono una lettera piegata con cura, altra sporca di calcinacci recuperata tra le mura cadute della loro casa, dove leggere l’indirizzo dove inoltrare il telegramma…. Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada, Australia, Belgio, Francia… leggere con fatica gli indirizzi scritti con calligrafia incerta, chiedere conferma di aver letto bene e poi scrivere il testo, testo che nel corso dei giorni era diventato un triste ritornello Caro xxyy noi stiamo bene, casa distrutta. Saluti da mamma e papà “. Venivamo aiutati da una signora che se non ricordo male era la responsabile dell’ufficio postale di Moggio, a teneva in ordine la modulistica dei messaggi trasmessi e ricevuti. Non dimentico la signora che 2 volte al giorno ci portava il caffè corretto e non smetteva di ringraziarci e chi tra i resti della sua casa ha trovato una bottiglia di vino e ce la portata. Durante il giorno ci raccontavano di persone anziane, contadini che abitavano sui monti in casolari sperduti e isolati che non volevano scendere a valle per non lasciare gli animali abbandonati a loro stessi, li sentivano loro. Non dimentico le scosse di assestamento con il loro rumore cupo che ci svegliavano nella notte, le sentivo dentro anche dopo anni. Nel frattempo la Telecom ripristinava le linee telefoniche e pian piano il nostro servizio andava calando, cosi dopo 5 giorni e aver salutato tutti siamo rientrati a Trieste con nel cuore gli occhi di tanta gente che i fatti lo dimostrano, non ha mollato mai. Questa esperienza mi ha aiutato ad affrontare altre emergenze nel passare degli anni sempre come volontario dell’ARI-RE Trieste nelle emergenze che purtroppo si sono succedute nel corso degli anni. 40 anni sono passati….. 40 che non dimentico. Luigi iv3lnq ARI sezione di Trieste ... uno dei tanti.
Award rilasciato dal ARRL a i3LNQ (oggi IV3LNQ) Luigi, maggio 1977
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Certificato ARRL di i3LNQ
iW3QA Claudio, oggi IV3AJZ aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - Avevo informato il presidente della sezione di Trieste i3PKZ Ruggero dei miei impegni mondani… visite ad amici e anche se ero in buona compagnia, i3GWV Milvia e iW3QB Claudio ma quel giovedì siamo a cena da amici in via Coroneo, in 5 piano di fronte alle carceri, sulla tavola una bella pentola di olio bollente per la grigliata bourguignonne. Alle 21 inizia la prima prova di collegamento VHF regionale! Alle 21.06 è iniziato il balletto, secondi che non finivano mai,… con il panico in casa…. ed il rumore delle foglie degli alberi ad accompagnarlo.
Poi sono riuscito a sbloccare il telefono per avere notizie confortanti dalle nostre famiglie… Poi ho chiamato i3PKZ per avere informazioni, con la promessa di sentirci più tardi… o in sede il giorno successivo. Verso le 23 mi sono recato presso il Comando Truppe dove ho incontrato Umberto IV3UBD per avere informazioni sulle operazioni predisposte nella nottata. Il 10 ero a Udine e poi smistato ad Artegna per traffico come stazione portatile di collegamento con Gemona fino al 12, quindi ad IQX per il traffico postale con Moggio e Gemona fino al termine delle operazioni radioamatori- Poste Ricordi… tanti… Claudio IV3AJZ

...i ricordi di oggi!

i3RSY Fulvio, oggi IV3AOL aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - Quel 6 maggio, rientrato a casa dopo la forte scossa mi metto subito in ascolto sui ponti radio in VHF per cercare di capire quale fosse l’epicentro del sisma. Pochi minuti sono sufficienti per capire che la zona più colpita è il Friuli, viste le testimonianze che provengono da quell’area. Le prime notizie trasmesse dai mezzi pubblici d’informazione (radio e TV) non potevano certo dare un quadro preciso dell’accaduto, ma quello che sentivo sul mio apparato - in diretta –attraverso il ponteripetitoreR6, con le vive testimonianze di i3CQX e di i3SAX,cominciavano pian piano a delineare una situazione che assumeva i contorni di una vera e propria tragedia. Poi le conferme, morti, feriti, persone ancora vive sotto le macerie e il fastidio per quel commento più che inopportuno udito in un notiziario RAI in cui si “smentivano le voci allarmistiche diffuse tramite i radioamatori e le radio private”. Nella notte Claudio Urti (i3URT) e Romano Sacchetti (i3SDC), dipendenti della Polizia di Stato, contattano la Prefettura offrendo la disponibilità di uomini e mezzi per garantire un servizio di telecomunicazioni con le zone colpite, ma l’offerta venne respinta perché “non ritenuta necessaria”. Un’analoga risposta viene data dal Distretto Militare con le stesse motivazioni. Una maggiore attenzione alle informazioni di prima mano fornite dai radioamatori è prestata invece dal comparto sanitario cittadino che, messo al corrente della gravità della situazione, si attiva per essere pronto all’emergenza. Solo all’alba la devastazione prodotta da sisma assume le sue reali proporzioni. Dopo una giornata di ascolto alla radio, in silenzio per non intralciare le operazioni di soccorso e consapevole ormai che erano proprio le comunicazioni, il vero anello debole dei soccorsi, decido in serata, con Claudio Vascotto (i3VSC) ed Elio Fior (i3FBS) di partire per il Friuli. Certo la decisione fu forse affrettata, ma la sensazione di stare con le mani in mano con tutto quello che stava succedendo era divenuta insopportabile. In Friuli ci coglie la notte, così buia da creare angoscia e un silenzio irreale tra la polvere diffusa ancora nell’aria, poi delle luci: una fila di camion militari fermi a bordo strada e la conferma alle nostre preoccupazioni. Sono in contatto radio con Roma, ma a quell’ora, sulla frequenza che utilizzano (l’unica disponibile sulla vetusta apparecchiatura militare) non sono in grado di comunicare con Udine per ricevere istruzioni sul modo di raggiungere la località di destinazione. Stupefatti assistono alla dimostrazione di efficienza delle nostre “piccole radio” che ci consentono (in collegamento costante con la Prefettura di Udine), la scelta di percorsi alternativi per evitare i centri abitati con le murature pericolanti e un preciso arrivo a destinazione. Sbrigato un po’ di traffico tra
Artegna e Buia ci accampiamo presso il centro sportivo di quest’ultima località. Sabato 8 decidiamo di rientrare a Trieste, dove Giorgio Giro (i3BMV) sta organizzando un servizio di collegamento tra l’Ospedale infantile Burlo Garofolo e l’equipe medica che opera a Gemona.È allestita a questo scopo in ospedale una postazione HF per la rete CER in 80 metri e tre stazioni VHF per operare sui ponti. Dalla fitta serie di messaggi, inviati e ricevuti, appare ormai evidente che sono proprio Gemona e i suoi centri minori, le località in cui il nostro servizio è ancora necessario e quindi, su richiesta dello stesso Centro di Coordinamento di Gemona, decido con Elio Fior (i3FBS) di ripartire per quella destinazione. Martedì 11, dopo un viaggio in treno e a piedi, raggiungiamo il Centro Medico che diverrà poi il Centro Operativo Sanitario di Gemona e ci mettiamo a disposizione. Dieci intense giornate trascorse per lo più alla radio, ma anche per soddisfare richieste di ogni genere provenienti dalle autorità comunali e dal settore sanitario che in noi trovavano un vero punto di riferimento. Di quei giorni ricordo la preoccupazione diffusa per una possibile epidemia di Tifo, cui difficilmente si sarebbe potuto far fronte in quelle condizioni; le voci su un possibile caso di Rabbia canina che consigliava l’eliminazione preventiva e sistematica di tutti gli animali presenti sul territorio: provvedimento per fortuna attuato solo in parte e le convulse operazioni che dovevano portare allo sgombero forzato degli abitanti delle frazioni isolate a seguito dell’incombente pericolo di frane dovute al maltempo, anch’esso poi rientrato. Maltempo che si accanisce sulla tendopoli nella notte di giovedì 13, con un allagamento completo dell’area. Un brusco risveglio mi coglie mentre sto letteralmente “navigando” col materassino gonfiabile all’interno della tenda, mentre un forte vento con raffiche a 90 km/h sta mettendo a dura prova le strutture. Quando l’emergenza sulle persone, seppelliti i morti e risolti i casi più urgenti, si va attenuando, si comincia a volgere lo sguardo al patrimonio culturale e a quello che poteva ancora essere messo in salvo. Molto attivo su questo versante è don Gelindo, il parroco di Artegna, che attraverso il nostro servizio coordina il lavoro del personale specializzato, arrivato anche da Roma, per il recupero delle opere d’arte sepolte tra le macerie e lo stacco degli affreschi dai muri pericolanti delle chiese. Giovedì 20, con l’istallazione di una telescrivente su doppino telefonico l’emergenza nel settore comunicazioni poteva dirsi conclusa e la nostra presenza non più necessaria. Fulvio Colombo (IV3AOL, all’epoca I3RSY)
©
A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani
Sezione di Trieste OdV - Enrico Davanzo (I1DVO)

1976 - 2016, 40 anni dopo il terremoto del Friuli

Fermi e forti i ricordi dei radianti triestini...

...i ricordi di oggi!

iW3QA Claudio, oggi IV3AJZ aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - Avevo informato il presidente della sezione di Trieste i3PKZ Ruggero dei miei impegni mondani… visite ad amici e anche se ero in buona compagnia, i3GWV Milvia e iW3QB Claudio ma quel giovedì siamo a cena da amici in via Coroneo, in 5 piano di fronte alle carceri, sulla tavola una bella pentola di olio bollente per la grigliata bourguignonne. Alle 21 inizia la prima prova di collegamento VHF regionale! Alle 21.06 è iniziato il balletto, secondi che non finivano mai,… con il panico in casa…. ed il rumore delle foglie degli alberi ad accompagnarlo. Poi sono riuscito a sbloccare il telefono per avere notizie confortanti dalle nostre famiglie… Poi ho chiamato i3PKZ per avere informazioni, con la promessa di sentirci più tardi… o in sede il giorno successivo. Verso le 23 mi sono recato presso il Comando Truppe dove ho incontrato Umberto IV3UBD per avere informazioni sulle operazioni predisposte nella nottata. Il 10 ero a Udine e poi smistato ad Artegna per traffico come stazione portatile di collegamento con Gemona fino al 12, quindi ad IQX per il traffico postale con Moggio e Gemona fino al termine delle operazioni radioamatori-Poste Ricordi… tanti… Claudio IV3AJZ
i3TRK Silvio, oggi IV3TRK aprile 2016 maggio ‘76 - Ricordi - Dopo 40 anni… ho dovuto verificato le mie date... in effetti ero imbarcato a maggio 1976. Poi sono rientrato e successivamente reimbarcato nuovamente. Nel periodo intermedio ho fatto l'attività radio per i soccorsi, poi riportata da Radio Rivista, come indicato nel certificato rilasciato dall’ARRL nel 1977. Clicca sull’immagine qui a sopra per ingrandire.
Award rilasciato dal ARRL a IV3TRK Silvio, maggio 1977
Silvio IV3TRK
i3LNQ Luigi, oggi IV3LNQ aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - 40 anni sono passati da quel 6 maggio 1976 che nel Friuli alle 21.00 una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 colpiva una vasta zona del Friuli centrale, l’ ”orcolat” si era svegliato. A Trieste la scossa si è sentita molto forte e metà della popolazione è scesa in strada. Dopo aver accompagnato mia moglie e mia figlia in strada in luogo aperto sono rientrato e ho acceso le apparecchiature radio mettendomi in ascolto sulle varie frequenze per capire dove fosse l’epicentro. Mi fermo sull’R6 dove ascolto Om che fanno l’appello per avere notizie, dopo un paio di minuti capisco che il terremoto ha colpito le zone di Buia, Majano, Colloredo, Gemona, Venzone…. Sento voci rotte dal pianto di i3CQX, i3SQJ, i3AOS e altri che descrivono cosa succede per strada, nel proprio paese, nella propria casa. Nei primi momenti c’è confusione in radio, tutti chiamano, tutti vogliono sapere, tutti vogliono dare una mano, poi pian piano la maglia si compone viene presa da i3BLQ che comincia a fissare le priorità. Nel frattempo le notizie si estendono, Osoppo, Tricesimo, condomini crollati, la caserma Goi di Gemona, la caserma Cantore di Tolmezzo, l'ospedale di Tolmezzo è lesionato, è inagibile il sesto piano. Tra San Daniele del Friuli e Maiano sono crollati un centinaio di edifici, tra questi, tre condomini di sette e otto piani. A Rivoli, una frazione di Osoppo, degli operai che stavano lavorando nel turno serale alla fonderia, sono rimasti sotto le macerie. Da Moggio Udinese notizie frammentarie. Centinaia di case distrutte. Dopo alcuni giorni durante i quali molti radioamatori si recavano allo sbaraglio in zona terremotata, all’epoca non esisteva la protezione civile, e la mancanza di coordinamento si faceva sentire. La sezione A.R.I. di Trieste veniva contattata da i3AGV ing. Belluzzi del circostel di Trieste se l’ARI Trieste poteva attivare una rete radio di emergenza per coadiuvare un servizio telegrafico. Veniva così installata presso la stazione costiera (IQX) a Conconello (TS) una stazione HF in onde corte e una vhf per traffico locale. Veniva stabilito un contatto con un radioamatore a Moggio Udinese i3HPH di Verona il quale essendo in zona comunicava che tutto il circondario era isolato dalle comunicazioni. Il giorno 11 maggio venivamo contattati io e Salvatore DYS se potevamo dare il cambio a i3HPH, dopo aver preparato le nostre cose siamo partiti, arrivati a Udine ci hanno fermato perché potevano transitare solo i mezzi di soccorso e di rifornimento. Dopo aver spiegato alle forze dell’ordine che eravamo radioamatori e che dovevamo dare il cambio a un nostro collega a Moggio ci hanno autorizzato a passare. Piccola nota, nel frattempo si è unito a noi un noto giornalista RAI, che non veniva lasciato transitare in zona vista la precaria situazione stradale, lo abbiamo portato con noi fino a Moggio, ma questa è un’altra storia. Arrivati a Moggio con un po’ di peripezie raggiungiamo il campo di calcio dove era stata installata la tendopoli, raggiungendo la tenda dove troviamo Angelo i3HPH con il quale dopo i primi convenevoli ci ha spiegato come avveniva il traffico radio e le procedure di trasmissione. In pratica dovevamo inoltrare “messaggi-telegrammi” ai nostri colleghi radioamatori a Trieste che a sua volta li passavano agli impiegati postali, e da questi inoltrati via servizio telex ai destinatari sparsi in tutto il mondo. Dopo aver salutato Angelo ci siamo sistemati nella tenda che a questo punto faceva da ufficio postale. All’interno c’erano tanti pacchi di riviste, che non so come e cosa ci facessero li, le abbiamo sistemate in modo da poterle usare come giaciglio, isolandoci dal terreno e dalla pioggia, per riposarsi nell’avvicendamento dei turni alla radio. Nel frattempo ci ha raggiunto Ervino i3GOW e così eravamo al completo. Installata la radio uno yaesu ft-250, antenna un dipolo 40-80 installato tra i 2 pali di illuminazione del campo e energia elettrica fornita da un generatore dell’esercito che serviva tutta la tendopoli. Presso la stazione costiera erano operativi i soci ARI Trieste i3PKZ-i3AQU- iW3QA-i3STN-i3WTG-i3UBD-i3TCQ e altri che non ricordo. All’epoca avevamo tutti nel triveneto il prefisso i3. Inizia così la nostra attività, una fila fuori dalla tenda, tutte persone anziane, i pochi giovani rimasti sono in paese a dare una mano in mezzo alle macerie, gli altri invece sono sparsi per il mondo, emigrati anni fa a cercare una condizione migliore. Vedere mani tremanti che ti porgono una lettera piegata con cura, altra sporca di calcinacci recuperata tra le mura cadute della loro casa, dove leggere l’indirizzo dove inoltrare il telegramma…. Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada, Australia, Belgio, Francia… leggere con fatica gli indirizzi scritti con calligrafia incerta, chiedere conferma di aver letto bene e poi scrivere il testo, testo che nel corso dei giorni era diventato un triste ritornello Caro xxyy noi stiamo bene, casa distrutta. Saluti da mamma e papà “. Venivamo aiutati da una signora che se non ricordo male era la responsabile dell’ufficio postale di Moggio, a teneva in ordine la modulistica dei messaggi trasmessi e ricevuti. Non dimentico la signora che 2 volte al giorno ci portava il caffè corretto e non smetteva di ringraziarci e chi tra i resti della sua casa ha trovato una bottiglia di vino e ce la portata. Durante il giorno ci raccontavano di persone anziane, contadini che abitavano sui monti in casolari sperduti e isolati che non volevano scendere a valle per non lasciare gli animali abbandonati a loro stessi, li sentivano loro. Non dimentico le scosse di assestamento con il loro rumore cupo che ci svegliavano nella notte, le sentivo dentro anche dopo anni. Nel frattempo la Telecom ripristinava le linee telefoniche e pian piano il nostro servizio andava calando, cosi dopo 5 giorni e aver salutato tutti siamo rientrati a Trieste con nel cuore gli occhi di tanta gente che i fatti lo dimostrano, non ha mollato mai. Questa esperienza mi ha aiutato ad affrontare altre emergenze nel passare degli anni sempre come volontario dell’ARI-RE Trieste nelle emergenze che purtroppo si sono succedute nel corso degli anni. 40 anni sono passati….. 40 che non dimentico. Luigi iv3lnq ARI sezione di Trieste ... uno dei tanti. i3RSY Fulvio, oggi IV3AOL aprile 2016 6 Maggio 1976 - Ricordi - Quel 6 maggio, rientrato a casa dopo la forte scossa mi metto subito in ascolto sui ponti radio in VHF per cercare di capire quale fosse l’epicentro del sisma. Pochi minuti sono sufficienti per capire che la zona più colpita è il Friuli, viste le testimonianze che provengono da quell’area. Le prime notizie trasmesse dai mezzi pubblici d’informazione (radio e TV) non potevano certo dare un quadro preciso dell’accaduto, ma quello che sentivo sul mio apparato - in diretta –attraverso il ponteripetitoreR6, con le vive testimonianze di i3CQX e di i3SAX,cominciavano pian piano a delineare una situazione che assumeva i contorni di una vera e propria tragedia. Poi le conferme, morti, feriti, persone ancora vive sotto le macerie e il fastidio per quel commento più che inopportuno udito in un notiziario RAI in cui si “smentivano le voci allarmistiche diffuse tramite i radioamatori e le radio private”. Nella notte Claudio Urti (i3URT) e Romano Sacchetti (i3SDC), dipendenti della Polizia di Stato, contattano la Prefettura offrendo la disponibilità di uomini e mezzi per garantire un servizio di telecomunicazioni con le zone colpite, ma l’offerta venne respinta perché “non ritenuta necessaria”. Un’analoga risposta viene data dal Distretto Militare con le stesse motivazioni. Una maggiore attenzione alle informazioni di prima mano fornite dai radioamatori è prestata invece dal comparto sanitario cittadino che, messo al corrente della gravità della situazione, si attiva per essere pronto all’emergenza. Solo all’alba la devastazione prodotta da sisma assume le sue reali proporzioni. Dopo una giornata di ascolto alla radio, in silenzio per non intralciare le operazioni di soccorso e consapevole ormai che erano proprio le comunicazioni, il vero anello debole dei soccorsi, decido in serata, con Claudio Vascotto (i3VSC) ed Elio Fior (i3FBS) di partire per il Friuli. Certo la decisione fu forse affrettata, ma la sensazione di stare con le mani in mano con tutto quello che stava succedendo era divenuta insopportabile. In Friuli ci coglie la notte, così buia da creare angoscia e un silenzio irreale tra la polvere diffusa ancora nell’aria, poi delle luci: una fila di camion militari fermi a bordo strada e la conferma alle nostre preoccupazioni. Sono in contatto radio con Roma, ma a quell’ora, sulla frequenza che utilizzano (l’unica disponibile sulla vetusta apparecchiatura militare) non sono in grado di comunicare con Udine per ricevere istruzioni sul modo di raggiungere la località di destinazione. Stupefatti assistono alla dimostrazione di efficienza delle nostre “piccole radio” che ci consentono (in collegamento costante con la Prefettura di Udine), la scelta di percorsi alternativi per evitare i centri abitati con le murature pericolanti e un preciso arrivo a destinazione. Sbrigato un po’ di traffico tra Artegna e Buia ci accampiamo presso il centro sportivo di quest’ultima località. Sabato 8 decidiamo di rientrare a Trieste, dove Giorgio Giro (i3BMV) sta organizzando un servizio di collegamento tra l’Ospedale infantile Burlo Garofolo e l’equipe medica che opera a Gemona. È allestita a questo scopo in ospedale una postazione HF per la rete CER in 80 metri e tre stazioni VHF per operare sui ponti. Dalla fitta serie di messaggi, inviati e ricevuti, appare ormai evidente che sono proprio Gemona e i suoi centri minori, le località in cui il nostro servizio è ancora necessario e quindi, su richiesta dello stesso Centro di Coordinamento di Gemona, decido con Elio Fior (i3FBS) di ripartire per quella destinazione. Martedì 11, dopo un viaggio in treno e a piedi, raggiungiamo il Centro Medico che diverrà poi il Centro Operativo Sanitario di Gemona e ci mettiamo a disposizione. Dieci intense giornate trascorse per lo più alla radio, ma anche per soddisfare richieste di ogni genere provenienti dalle autorità comunali e dal settore sanitario che in noi trovavano un vero punto di riferimento. Di quei giorni ricordo la preoccupazione diffusa per una possibile epidemia di Tifo, cui difficilmente si sarebbe potuto far fronte in quelle condizioni; le voci su un possibile caso di Rabbia canina che consigliava l’eliminazione preventiva e sistematica di tutti gli animali presenti sul territorio: provvedimento per fortuna attuato solo in parte e le convulse operazioni che dovevano portare allo sgombero forzato degli abitanti delle frazioni isolate a seguito dell’incombente pericolo di frane dovute al maltempo, anch’esso poi rientrato. Maltempo che si accanisce sulla tendopoli nella notte di giovedì 13, con un allagamento completo dell’area. Un brusco risveglio mi coglie mentre sto letteralmente “navigando” col materassino gonfiabile all’interno della tenda, mentre un forte vento con raffiche a 90 km/h sta mettendo a dura prova le strutture. Quando l’emergenza sulle persone, seppelliti i morti e risolti i casi più urgenti, si va attenuando, si comincia a volgere lo sguardo al patrimonio culturale e a quello che poteva ancora essere messo in salvo. Molto attivo su questo versante è don Gelindo, il parroco di Artegna, che attraverso il nostro servizio coordina il lavoro del personale specializzato, arrivato anche da Roma, per il recupero delle opere d’arte sepolte tra le macerie e lo stacco degli affreschi dai muri pericolanti delle chiese. Giovedì 20, con l’istallazione di una telescrivente su doppino telefonico l’emergenza nel settore comunicazioni poteva dirsi conclusa e la nostra presenza non più necessaria. Fulvio Colombo (IV3AOL, all’epoca I3RSY)
Award rilasciato dal ARRL a i3LNQ (oggi IV3LNQ) Luigi, maggio 1977
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A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani
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