Ricordo del ponte radio di i1 DVO
Ho
letto
con
piacere
e
con
una
certa
commozione,
sul
sito
dell'
ARI
di
Trieste,il
ricordo
di
Enrico
Davanzo
i1DVO
in
occasione
della
cerimonia
di
intitolazione
della
Sezione
ARI
di
Trieste
con
il
suo
nome.
Memorabile
fu
quell'esperimento
riuscito
del
collegamento
fra
il
fondo
dell'abisso
Gortani
con
la
sede
dell'Alpina
delle
Giulie
in
piazza
Unità
d'Italia
anche
perchè
mi
sembra
sia
stato
il
primo
transponder
o
"ponte"
a
dir
si
voglia
messo
in
funzione
sui
144
Mhz
anche
se
non
automatico!
Infatti,
se
ben
ricordo,
la
tratta
era
così
composta:
dal
fondo
della
grotta,
la
squadra
di
punta
comunicava
con
l'imboccatura
sul
Col
delle
Erbe
tramite
linea
telefonica
(normale
filo
elettrico
a
due
capi).
Lì
stazionava
i1DLF
(Franco
De
Luca)
che
traslava
il
segnale
dall'auricolare
della
cornetta
al
microfono
di
un
walkie
talkie
sui
27
Mhz.
Sul
Pic
di
Grubia
era
presente
il
nostro
Enrico
i1DVO
che
con
l'altro
walkie
talkie
provvedeva
a
trasferire
la
voce
di
Mario
Gherbaz
(il
capo
della
squadra
di
punta)
sui
144
Mhz
sempre
utilizzando
l'accoppiamento
micro-auricolare!
Il
segnale
in
vhf
giungeva
a
Prepotto
dove
il
sottoscritto
(i1DGR)
doveva
ritrasmetterlo
sui
145.800
Mhz
a
Trieste.
Lì
c'era
Dario
i1DEW
con
alle
spalle
tutto
il
direttivo
dell'
Alpina
delle
Giulie
per
ascoltare
quanto
Mario
Gherbaz
aveva
da
comunicare
ai
dirigenti
sociali.
Mi
ricordo
che
la
stazione
terminale
era
sormontata
da
un
grande
disegno
tranlucido
che
mostrava,
in
sezione,
la
cavità
dell'
abisso
Gortani
diviso
in
tratte
presidiate
con
telefono
campale;
per
cui
prima
di
parlare
con
il
capo
esploratore
della
squadra
di
punta
bisognava
passare
per
il
telefono
dei
vari
campi.
La
posizione
dei
vari
campi
era
indicata
nel
disegno
con
una
lampadina
che
man
mano
che
il
collegamento
"avanzava"
rimaneva
accesa
in
modo
da
fare
un
pò
di
scena!
Durante
le
prove
si
è
appurato
che
dal
Pic
di
Grubia
si
riusciva
a
comunicare
direttamente
con
Trieste
in
144
Mhz
per
cui
la
stazione
transponder
di
Prepotto
è
stata
tenuta
di
riserva,
guadagnando
così
molto
in
qualità.Concludo
questa
mia
lunga
dissertazione
con
una
"chicca":
credo
che
sia
stata
la
prima
volta
che
i
voti
dell'esame
di
maturità
siano
stati
comunicati
agli
interessati
via
radio.
Infatti
due
componenti
la
spedizione
avevamo
sostenuto
l'esame
di
maturità
poco
prima
di
partire
per
l'abisso
Gortani
e
non
erano
a
conoscenza
dell'
esito;
per
cui
mi
avevano
chiesto
delle
informazioni
al
riguardo.
Ho
mandato
la
mia
ragazza
che
oggi
è
mia
moglie
a
leggere
nella
bacheca
del
loro
istituto
l'esito
dell'esame;
quello
rimandato
a
settembre
se
lo
aspettava,
mentre
quello
promosso
ha
cominciato
(me
lo
ha
riferito
i1DLF)
a
saltare
di
contentezza
per
tutto
il
Col
delle
Erbe.
Terminata
la
spedizione
siamo
andati
loro
incontro
e
c'è
stata
una
"bevuta";
per
ringraziarci
del
lavoro
svolto
i
componenti
della
spedizione
ci
hanno
offerto
il
"GRAN PAMPEL" ed intonato canti in nostro onore.
Nel
ritorno
ho
dato
un
passaggio
a
Picciola
quel
Picciola
che
con
Vianello
ed
il
nostro
Enrico
Davanzo
faranno
QRT
SK
nei
pressi
del
rifugio
Gilberti
due
anni
più
tardi.
Conservo
con
gelosia
la
foto
della
stazione
di
Prepotto,
il
promemoria
di
tutto
il
collegamento
radio
dattiloscritto
da
Enrico
come
pure
la
registrazione
sonora
di
tutte
le
prove
fatte.
Mi
scuso
se
sono
stato
oltremodo
lungo
nell'esposizione,
ma
guardando
le
foto
ed
ascoltando
il
nastro i ricordi riemergono specialmente se si sono vissuti in prima persona.
di Luigi IV3KAS
Alcuni
mesi
fà,
ma
credo
più
di
“alcuni”
Nino
IV3DGR
in
occasione
di
un’assemblea
in
Sezione
mi
diede
un
CD
con
i
suoi
ricordi
vissuti
con
con
Enrico
Davanzo
I1DV,
mi
disse;
Dagli
un’occhiata
al
CD
e
poi
vedi
tu
cosa
fare!
A
mio
parere
è
doveroso
rendere
pubblico
quanto
ho
ricevuto
da
Nino,
ma
oltre
tutto
ci
sonoi
file
audio
che
testimoniano
i
collegamenti
tra
il
Canin
e
Trieste,
e
l’utimo
collegamento
radio.
I
collegamenti
radio
fatti
a
quei
tempi
erano
importanti,
non
c’erano
altri
mezzi
per
chiedere
eventualmente
aiuto,
da
ricordare
che
la
protezione
civile
non
c’era
ancora,
ma
quello
di
E.
Davanzo
certamente
fu
l’inizio.
Grazie
Nino
IV3DGR
per
questa
tuo
racconto
che certamente alle nuove leve farà conoscere di più chi era I1DVO Enrico.
Altri ricordi…
Memorie di vita vissuta a
fianco di Enrico DAVANZO i1DVO
di
“Nino” IV3DGR
Lo conobbi…
in
"aria"
durante
un
contest
in
vhf
poi
facemmo
un
QSO
“de
visu”
in
sezione
e
da
lì
nacque
una
collaborazione
ed
una
disponibilità
reciproca
nel
risolvere
i
problemi
che
il
nostro
hobby
implicava.
Portava
una
barba
fluente
tipica
dei
montanari
ed
anche
il
vestire
rispecchiava
il
senso
pratico
della
vita,
mi
spiego
meglio,
non
era
un
tipo
da
"giacca
e
cravatta",
era
un
tecnico
a
tutto
tondo
e
le
sue
conoscenze
e
i
suoi
hobby
spaziavano
dalla
radio
all'edilizia
passando
dalla
meccanica
ed
astronomia
sconfinando
nella
speleologia
alpinistica,
il
motociclismo,
toccando
il
tiro
a
segno
e
l'ippica
non
facendosi
mancare
neppure
un
po'
di
paracadutismo.
Quando
era
segretario
di
sezione
organizzò
una
prova
di
emergenza
radio;
memore
delle
alluvioni
di
Firenze
e
del
Trentino
del
novembre
1966
pensò
di
effettuare
una
prova
di
emergenza
simulando
un
soccorso
di
uno
speleologo
in
una
grotta
del
Carso
triestino.
Mi
ricordo
che
il
piano
era
di
verificare
l'intervento
di
un
medico
via
radio
e
di
vedere
le
problematiche
che
questo
fatto
avesse
comportato.
Si
usò
una
fraseologia
compatibile
con
il
nostro
servizio
di
radioamatore
onde
evitare
di
ricevere
contestazioni
da
parte
degli
organi
di
vigilanza
("...abbiamo
rinvenuto
nella
grotta
un
vecchio
apparecchio
radio
AR107
che
presenta
una
valvola
rotta......"
"
....ditemi
di
che
tipo
di
valvola si tratta che forse con un po' di nastro si può ripara-re...." ecc. ecc. ).
Penso
che
questa
sia
stata
una
delle
primissime
prove
per
costituire
in
seguito
il
CER
Corpo
Emergenza
Radioamatori
che
sfocerà
nell'odierna
Protezione
Civile.
Organizzò
poi
la
2°caccia
alla
volpe;
questa
volta,
come
"tana",
si
optò
per
il
delta
dell'Isonzo
nella
zona
di
Fossalon.
Enrico
mi
fornì
il
TX
alimentato
da
una
batteria
di
auto
con
relativo
vibratore
per
la
conversione
da
12
VCC
in
220
AC;
bisognava
inviare
dei
segnali
di
tempo
durante
il
minuto
di
trasmissione
e
pensò
di
fornirmi
di
un
cucchiaio
con
cui
battere
il
tempo
sul
microfono
a
carbone.
Se
non
era
preciso,
quel
cronometro
era
perlomeno
originale!
La
tana
era
posizionata
oltre
un
argine
che
costeggiava
la
strada
ed
era
uno
spasso
vedere
le
antenne
che
andavano
avanti
ed
indietro!
Mi
pare
esista
un
filmato
dell'allestimento
di
questa
postazione
radio
ma
non
so
che
fine
abbia
fatto.
Come
ho
detto
prima,
ad
Enrico
piaceva
andare
in
moto
e
pertanto
si
costruì
e
fece
omologare
un'appendice
con
cui
portarla
al
seguito
quando
andava
in
qualche
spedizione
speleologia
fuori
regione
come
quella
in
Alburno.
L'appendice
però
aveva
una
particolarità
nella
forma
del
cassone;
questa
formava
un
rettangolo
come
tutte,
più
un
triangolo,
che
estendeva
il
suo
vertice
fino
al
gancio
di
traino
onde
avere
a
disposizione
un
volume
di
carico
maggiore.
Era
amante
dei
contest
e
a
questo
scopo
prese
in
locazione
un
pezzo
di
terreno
roccioso
a
Prepotto
e
ci
costruì
una
torre
a
traliccio
di
4
metri
x
3
alta
ben
8
metri.
La
cellula
abitabile
era
sollevata
da
terra
e
vi
si
accedeva
tramite
una
scala
ed
una
botola
sul
pavimento;
il
tutto
HM
autocostruito!
Per
la
rotazione
del
palo
dell'antenna
usava
due
pulegge,
accoppiate
con
un
cavo
di
acciaio
a
mò
di
cinghia
di
trasmissione
e
quella
interna
serviva
pure
da
indicatore
di
direzione.
Per
vivere
lavorava
come
tecnico
pratico
alle
dipendenze
di
Margherita
Hack
presso
l'Osservatorio
Astronomico
di
Trieste;
anzi
ospitò
nella
sua
torre
a
Prepotto
il
ricevitore
e
l'antenna
costruiti
dall'
Osservatorio
Astronomico
per
ricevere
le
emissioni
radio
del
sole,
in
attesa
del
termine
dei
lavori
del
sito
a
Basovizza.
L'antenna
era
una
corner
reflector
fissa
orientata
a
sud
mentre
ogni
tanto
veniva
regolato
il
suo
zenit
a
seconda
della
stagione
affinché
il
sole
passasse
costantemente
nel
fuoco
dove
c'era
una
serie
di
dipoli
collegati
opportunamente
con
spezzoni
di
linea
in
aria.
Il
segnale
radio
emesso
dal
sole
veniva
registrato
e
poi
i
dati
venivano
confrontati
con
osservazioni
analoghe,
ma
su
altra
frequenza,
fatte
in
Olanda
da
un
istituto
analogo;
ma
questo
esulava
dalle
sue
competenze.
Tuttavia
fece
un
progetto
di
una
antenna
interferometrica
realizzata
nel
sito
d
e
l
l
'
O
s
s
e
r
v
a
t
o
r
i
o
Astronomico
a
Basovizza
utilizzando
due
antenne
a
cortina
distanti
cento
lambda
collegate
con
un
cavo
coassiale
a
bassissime perdite.
Clicca sull’immagine per lo zoom
Stazione relè Prepotto (TS)
Era
tenuto
in
atmosfera
di
gas
(non
mi
ricordo
quale)
ed
aveva
tutta
una
apparecchiatura
particolare
per
mantenerlo
in
pressione
e
connettori
appositi
(costava
una
cifra!).
Alla
base
dei
due
plinti,
in
una
stanza
sotto
terra,
alloggiavano
i
convertitori
e
la
stessa
profondità
nel
terreno
contribuiva
a
termostatare
le
delicate
apparecchiature.
Ha
fatto
anche
una
relazione
su
questa
realizzazione
che
è
stata
pubblicata
sul
supplemento
n°8
di
OSSERVAZIONI
SOLARI.
Nei
ritagli
di
tempo
(quel
poco
che
gli
rimaneva)
andava
a
cavallo;
qui
i
miei
ricordi
sono
un
po’
annebbiati
e
sembra
che
frequentasse
il
maneggio
per
via
della
sua
ragazza
cui
piaceva
andare
a
cavallo
e
quindi,
pur
di
rimanerle
accanto,
si
mise
a
fare
il
cavallerizzo!
Si
iscrisse
e
frequentò
pure
un
corso
di
paracadutismo
(lui
usava
dire
che
"vado
a
fare
un
po'
di
piombi")
e
proprio
le
espressioni
che
usava
lo
rendevano
estrema-mente
simpatico,
gioviale
con
la
battuta
pronta
e,
chi
la
subiva,
non
ne
era
minima-mente
risentito.
In
quel
periodo
la
sezione
ARI
era
priva
di
sede
e
ci
si
ritrovava
in
una
trattoria
o
bettola,
a
dir
si
voglia,
per
scambiare
esperienze
ed
opinioni;
mi
ricordo
che
in
una
di
queste
"riunioni"
era
presente
oltre
che
Enrico
ed
il
sottoscritto,
anche
i1KOB
con
i1STN.
Roberto
STN
aveva
un
problema
con
il
suo
TX
autocostruito
(in
quel
tempo
l’autocostruzione
era
la
norma):
il
problema
era
che
quando
andava
in
trasmissione
sentiva
la
cuffia
così
calda
che
se
non
la
toglieva
subito
le
sue
orecchie
cominciavano
a
fumare!
"…
E
sì
che
ho
smontato
e
rimontato
il
tx
per
ben
7
volte!"
si
lamentava
Roberto.
Al
chè
Enrico
serio
ribatté
subito:"
Se
te
lo
gà
smontà
7
volte
te
gavarà
sicuramente
spanà
tutte
le
vide"
seguì
una
risata
generale
ed
ancor
oggi
al
ricordo
di
quell'episodio
il
mio
viso
si
illumina
di
ilarità.
Questo
aneddoto
per
descrivere
meglio
il
carattere
di
Enrico
sempre
pronto
alla
battuta
scherzosa
per
stemperare
la
gravità
del
problema.
Ad
Enrico
inoltre
piaceva
esplorare
le
cavità
naturali
sia
in
regione
che
fuori
e
fece
alcune
spedizioni
in
Campania
(Monti
Dell'Alburno
che
sono
formazioni
Carsiche
denominate
le
Dolomiti
campane);
praticando
questa
attività
si
rese
conto
della
necessità
di
dare
in
dotazione
all'esploratore
un
sistema
di
comunicazione
autonomo,
non
legato
cioè
al
filo
del
telefono,
possibilmente
di
minimo
ingombro.
Sviluppò
così,
da
bravo
radioamatore,
un
RTX
inglobandolo
nell'elmetto.
Ma
il
progetto
che
ideò
e
portò
a
compimento
e
che
ebbe
molta
risonanza
anche
a
livello
nazionale
fu
il
collegamento
in
ponte-radio
fra
la
sede
di
Trieste
dell'Alpina
delle
Giulie
e
gli
uomini
della
squadra
di
punta
a
-672
metri
nell'abisso
Michele
Gortani
su
monte
Canin.
L'Alpina
metteva
a
disposizione
una
volta
al
mese
la
sua
sala
riunioni
all'ARI
di
Trieste
affinché
potesse
svolgere
le
sue
assemblee;
era
gioco
forza
quindi
appoggiare
il
progetto
ideato
da
un
socio
di
ambedue
le
associazioni
se
non
altro
per
dimostrare
un
senso
di
gratitudine
nei
loro
confronti.
La
distanza
non
era
enorme
bensì
l’orografia
della
tratta
non
era
favorevole
ad
un
collegamento
diretto.
Perciò
Enrico
pensò
di
utilizzare
una
o
due
stazioni
ripetitrici.
L’ingresso
della
grotta,
sul
Col
delle
Erbe
era
schermato
verso
sud
ed
allora
Enrico
si
spostò
sul
Pic
di
Grubia,
location
molto
favorevole
per
collegarsi
con
Prepotto
in
144
Mhz.
Per
collegarsi
con
il
Col
delle
Erbe,
pensò
di
usare
due
walkie
talkie
da
1
W
sui
27
Mhz.
Il
direttivo
dell’Alpina
delle
Giulie
avallò
l’acquisto
di
questi
radiotelefoni
ed
iniziarono
le
prove
di
distanza.
Di
sera,
con
due
automobili,
sul
Carso
triestino
provammo
la
copertura
a
step
di
2
km
(1
a
testa
in
verso
opposto);
le
radio
non
erano
sulla
stessa
frequenza
e
dopo
2
km
già
il
collegamento
risultava
difficile
per
cui
una
fu
sostituita.
Stavamo
violando
le
regole
trasmettendo
su
frequenze
non
assegnate!
La
CB
non
era
così
sviluppata
per
cui
riuscimmo
nel
collaudo
senza
alcuna
contestazione.
La
spedizione
ebbe
inizio
e
nel
mentre
gli
speleologi
armavano
la
discesa
ed
i
campi
intermedi,
Enrico
cominciava
le
prove
con
me
e
con
Dario
i1DEW
sui
144
Mhz
Si
riusciva
a
ritrasmettere
il
segnale
di
Enrico
800
khz
più
in
alto
senza
tanti
problemi
di
intermodulazione
e
saturazione
anche
perché
le
antenne
di
ricezione
e
trasmissione
erano
schermate
dalla
casa
che
ci
ospitava.
(La
torre
non
esisteva
più
perché
ad
Enrico
era
scaduto
il
contratto
di
locazione).
I
problemi
erano
dettati
più
dalla
intelligibilità
che
dalla
intensità
dei
segnali;
il
soffio
era
preponderante
e
ad
ogni
passaggio
di
conversione
questo
aumentava.
Cio
nonostante
la
comprensibilità
era
accettabile.
Si
provò
anche
il
collegamento
con
uno
dei
campi
interni
e
si
fecero
delle
registrazioni
di
tutte
le
prove.
La
fortuna
ci
diede
una
mano
(“audax
fortuna
iuvat”
dicevano
i
latini):
Enrico
veniva
ricevuto
molto
bene
da
i1DEW
per
cui
la
i1DGR
a
Prepotto
venne
tenuta
di
riserva
per
ogni
evenienza
(leggi
temporali
improvvisi).
Fu,
da
un
lato,
un
bene
poiché
potei
concentrarmi
sulla
registrazione
di
tutto
il
ponte-radio.
Il
giorno
27
luglio
alle
14
iniziano
le
operazioni
vere
e
proprie
di
collegamento
dal
fondo
della
grotta,
la
squadra
di
punta
comunicava
con
l'imboccatura
sul
Col
delle
Erbe
tramite
linea
telefonica
(normale
filo
elettrico
a
due
capi).
Lì
stazionava
i1DLF
(Franco
De
Luca)
che
traslava
il
segnale
dall'auricolare
della
cornetta
al
microfono
di
un
walkie
talkie
sui
27
Mhz.
Sul
Pic
di
Grubia
era
presente
il
nostro
Enrico
i1DVO
che
con
l'altro
walkie
talkie
provvedeva
a
trasferire
la
voce
di
Mario
Gherbaz
(il
capo
della
squadra
di
punta)
sui
144
Mhz
sempre
utilizzando
l'accoppiamento
micro-auricolare!
Il
segnale
in
vhf
giungeva
a
Prepotto
dove
il
sottoscritto
(i1
DGR)
doveva
ritrasmetterlo
sui
145.800
Mhz
a
Trieste.
Lì
c'era
Dario
i1DEW
con
alle
spalle
tutto
il
direttivo
dell'Alpina
delle
Giulie
per
ascoltare
quanto
Mario
Gherbaz
aveva
da
comunicare
ai
dirigenti
sociali.
Mi
ricordo
che
la
stazione
terminale
era
sormontata
da
un
grande
disegno
tranlucido
che
mostrava,
in
sezione,
la
cavità
dell'
abisso
Gortani
diviso
in
tratte
presidiate
con
telefono
campale;
per
cui
prima
di
parlare
con
il
capo
esploratore
della
squadra
di
punta
bisognava
passare
per
il
telefono
dei
vari
campi.La
posizione
dei
vari
campi
era
indicata
nel
disegno
con
una
lampadina
a
12
volt
che,
man
mano
che
il
collegamento
"avanzava",
rimaneva
accesa
in
maniera
intermittente;
il
tutto
era
azionato
“automaticamente”
da
un
operatore
che
agiva
sui
vari
interruttori
a
levetta!
Certamente
ci
voleva
un
po’
di
scena
ed
infatti
Enrico
aveva
intuito
ciò
che
real-mente
avvenne.
La
RAI,
convocata
in
sede
per
riprendere
l’evento,
iniziò
il
suo
servizio
inquadrando
appunto
la
stazione
radio
di
IV3DEW
mentre
il
giornalista
nel
preambolo
diceva:
“Collegamento
radio
eccezionale
questo
pomeriggio
a
Trieste
fra
la
sede
del
CAI
sezione
grotte
dell’Alpina
delle
Giulie
e
gli
speleologi
in
fondo
della
grotta
dell’abisso
Gortani
a
–650
metri
di
profondità
sul
monte
Canin….”
Mentre
la
telecamera
si
concentrava
sul
tracciato
della
grotta
veniva
fatta
sentire
la
voce
di
Mario
Gherbaz
che
si
trovava
appunto
a
–650
metri.
Il
servizio
fu
mandato
in
onda
dalla
RAI
sul
circuito
nazionale
la
sera
stessa;
non
possedevo
un
videoregistratore
e
quindi
posso
solo
descrivere
quanto
visto
in
TV.
Concludo
questa
mia
lunga
dissertazione
con
una
"chicca":
credo
che
sia
stata
la
prima
volta
che
i
voti
dell'esame
di
maturità
siano
stati
comunicati
agli
interessati
via
radio.
Infatti
due
componenti
la
spedizione
avevamo
sostenuto
l'esame
di
maturità
poco
prima
di
partire
per
l'abisso
Gortani
e
non
erano
a
conoscenza
dell'esito;
per
cui
mi
avevano
chiesto
delle
informazioni
al
riguardo.
Ho
mandato
la
mia
ragazza
che
oggi
è
mia
moglie
a
leggere
nella
bacheca
del
loro
istituto
l'esito
dell'esame;
quello
rimandato
a
settembre
se
lo
aspettava,
mentre
quello
promosso
ha
cominciato
(me
lo
ha
riferito
i1DLF)
a
saltare
di
contentezza
per
tutto
il
Col
delle
Erbe.
Terminata
la
spedizione
siamo
andati
loro
incontro
e
c'è
stata
una
"bevuta";
per
ringraziarci
del
lavoro
svolto
i
componenti
della
spedizione
ci
hanno
offerto
il
"GRAN
PAMPEL"
ed
intonato
canti
in nostro onore.
Nel
ritorno
ho
dato
un
passaggio
ad
un
giovane
componente
la
spedizione
che
rispondeva
al
nome
di
Picciola:
quel
Picciola
che
con
Vianello
ed
il
nostro
Enrico
Davanzo
faranno
QRT
SK
nei
pressi
del
rifugio
Gilberti
due
anni
più
tardi.
Di
Enrico,
oltre
quello
che
fece
e
realizzò,
ci
restano
le
immagini
che
lo
riprendono
sulla
neve
davanti
alla
sua
tenda
rossa
ed
in
ginocchio
davanti
al
suo
RTX;
lì
è
ritratto
senza
la
barba!
Ed
il
motivo
di
ciò
me
lo
disse
prima
di
partire
per
quella
che
divenne
la
sua
ultima
spedizione;
lo
incontrai
alla
fine
di
dicembre
1969
ed
io
avevo
appena
terminato
il
servizio
militare.
Trovandolo
senza
barba
ne
chiesi
il
motivo:
mi
disse
che
durante
i
lanci
con
il
paracadute
i
suoi
colleghi
di
corso
gli
promisero
che,
al
conseguimento
del
brevetto
di
paracadutista,
gli
avrebbero
tagliato la barba!
Lui
li
prese
in
contropiede
e
se
la
tagliò
da
solo.
Questa
è
un’altra
“chicca”
da
serbare
nei
ricordi
di
un
personaggio
eclettico
quale
fu
il
nostro
Enrico
DAVANZO
i1DVO.
QSL di Enrico Davanzo
(Video) 7.1.1970 i primi soccorsi
Qui sotto i file audio, per ascoltare clicca sopra!
(clicca sull’immagine per lo zoom)
Sezione di Trieste OdV - Enrico Davanzo (I1DVO)